ghl://

dr. matteo fracasso helps in web solutions
interface|database|security|communication

<-- vai a vedere i lavori del dr. matteo fracasso --> leggi il curriculum vitae del dr. matteo fracasso

NOTA ABOUT IL GHL://term
colloco il GHL://term nel grande cesto dell'arte figurativa in pieno web2.0, ne era un precursore a suo tempo. qui il contributo della community (chiunque vi interagisca e salvi pagine o sessioni) non è vista come informazione in sè, ma viene composta, moltiplicata, dipinta, in direzione di composizioni sempre più simili a sé stesse, eppure uniche; un unico corpo verdastro che si avviluppa su se stesso leggendosi e scrivendosi.

era inverno, uscivo dall'entusiasmante installazione di debian, le mie dita saltavano sulla tastiera ed il mouse era da tempo riposto in un cassetto (forse che optical mouses scare about dust?), per un simpatico exploit tutti i siti basati su phpnuke, tra cui il mio, venivano sistematicamente bucati, l'unica salvezza era il backup, visto che i pischelli (or maybe did they mean to be called hackers?)si potevano permettere di cancellare modificare e aggiungere contenuti... mi venne spontaneo chiedermi: perché usare un sistema a sorgente aperta quando posso scrivere il mio? perchè ci deve essere un sistema di login che garantisca a chi lo superi di fare quello che vuole? e più sul personale: perché i miei post dovrebbero essere editabili in un secondo tempo, visto che sono sempre prodotto di una collocazione spazio-temporale univoca? e perché, tornando al generale, quelli degli altri non dovrebbero seguire lo stesso trattamento? forse che l'era digitale non è già abbastanza volatile? iniziai così a scrivere un sistema a riga di comando che ricordasse il prompt e la prima scelta stilistica ricadde sul terminale: ogni volta che premi invio, quello che hai digitato si aggiunge al resto. il prompt che scelsi fu una emoticon di mia invenzione >|:) che assomiglia ad un viso felice con qualche cosa in testa (un taglio di capelli? un originale berretto? la testa gli è stata aperta da un colpo d'accetta ma non viene meno il sorriso?), anche il meccanismo interattivo è quello del terminale: digiti i caratteri e premi invio per sottoporre al sistema la tua voce. la scelta è condita di nostalgia: riscoprire la tastiera dopo anni di clicca e trascina, tasto destro, doppio clic... rotella! riscoprire i caratteri dopo gigabyte di gif animate, flash vorticosi e grafiche impenetrabili. una scelta vintage, senza dubbio, la mia connessione preferita rimane sempre quella via modem e sentivo che in tutto questo c'era meno oblio e più riflessione, meno frenesia e più tatto, meno spam e più comunità. l'obiettivo era costruire un sistema di gestione dei contenuti, in grado di stabilire gerarchie, perchè c'e' sempre qualcosa che dipende da qualcos'altro, capace di mantenere la memoria storica, elastico nell'adattarsi a qualsiasi tipo di contributo, giacchè era un contenitore vuoto che si sarebbe riempito via via di non sapevo nemmeno io cosa: testo sicuramente, e anche foto, pensai in un secondo momento. scrissi quindi i comandi: se al prompt viene sottoposto un comando riconosciuto dal sistema, questo risponde di conseguenza, tutto il resto viene semplicemente restituito, stampato sullo schermo e aggiunto alla sessione. ed ecco il punto vitale: la sessione. il tempo che un utente passa a esplorare il sistema, leggere i contenuti, visualizzare le immagini, scrivere, salvare, aggiungere, ri-salvare... diventa sessione, può essere salvata e resa fruibile a tutti gli utenti. c'è un comando apposito per salvare, non tutto quello che uno scrive viene registrato, rimane nel limbo del server-client, come in una partita a ping pong, si appoggia ora ad una ram ed ora all'altra, fino a quando l'autore non decida di salvare. ho poi fatto una distinzione di contenuti: i ©testi e le Δsessioni. i testi sono facilmente leggibili, hanno un titolo preceduto dal simbolo ©, e si vogliono presentare come pagine, contenuti singoli, la distinzione del titolo dal corpo è regolata da un semplice espediente: la prima frase inserita. le sessioni invece, precedute dal simbolo Δ, mostrano tutta l'interazione con il GHL://term. per creare un ©testo è necessario ripulire lo schermo in modo da avere una vera e propria tabula rasa, un foglio bianco. infine le dipendenze. la struttura è quella dei padri e dei figli, man mano che ci si sposta su e giù per l'albero è come se si entrasse ed uscisse in/da cartelle contenenti gli oggetti dipendenti, e se si salva si andrà ad aggiungere una pagina nel punto in cui si è salvato. in questo modo mi sembrava di mantenere più integra l'idea di esplorazione: le tue spoglie rimangono, sempre solo se lo vuoi, laddove sei arrivato. nulla ti impedisce, ovviamente, di salvare più volte e quindi di lasciare pezzi di esplorazione in giro, ri-iniziare dopo aver salvato, ripulire... ma torniamo alla questione della sicurezza, nodo spinoso della rete: chiunque può inserire pagine, non c'è alcun login da superare, solo che deve imparare come si fa (e c'è l'HELP), non esiste la possibilità di cancellare, né di editare: il flusso di pensiero in fondo funziona proprio allo stesso modo, non modifica, ma aggiunge, e quindi un'integrazione può essere inserita senza perdere l'elemento originale che ormai ha la sua collocazione spazio-temporale. c'è infine una questione estetica che trae giovamento da questo potenzialmente infinito nesting: provate a visualizzare una sessione in cui si sia visualizzata una sessione in cui si sia visualizzata una sessione in cui si sia visualizzata una sessione in cui si sia visualizzata una sessione in cui si sia visualizzata una sessione in cui si sia visualizzata una sessione in cui si sia visualizzata una sessione in cui si sia visualizzata una sessione... l'incastrarsi ortogonale delle righe verdi mi diede subito alla testa! in pratica il sistema può continuare a rigirarsi su se stesso, ri-esplorarsi da sempre nuovi punti di vista, alcuni suoi contenuti possono essere il collage di altri contenuti, sia per esigenze grafiche che narrative. ma il verde su campo nero era una mia personale passione, perché non permettere ad ogni utente di scegliere i propri colori e caratteri? e così resi disponibili 2 skin alternative ed una completamente personalizzabile. come ultimo, utilissimo, stumento c'è la mappa, che viene creata al volo, che mostra tutte le dipendenze tra i contenuti. tutto il sistema è comunque esplorabile in interfaccia browser, dove i titoli sono cliccabili e la fruizione è più web-style. l'invito è quindi a provare ed esplorare, in totale libertà.